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L'infezione da Helicobacter Pylori

2020-09-09 20:05

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L’infezione da Helicobacter Pylori è la causa più frequente di gastrite e ulcera peptica al mondo

Cos’ è e come si trasmette l’Helicobacter Pylori ?


L’infezione da Helicobacter Pylori – così chiamato perché spiraliforme - è la causa più frequente di gastrite e ulcera peptica al mondo. La scoperta di questo microbo è relativamente recente ( nel 1982) ed è valsa ai dottori Marshall e Warren che lo hanno identificato il premio Nobel per la Medicina. E’ una infezione molto frequente soprattutto nelle fasce di età superiore ai 60 anni . Il microrganismo è stato isolato nelle feci, nella saliva e nella placca dentaria, e pertanto è molto probabile la trasmissione da un individuo all’altro per via oro-orale o oro-fecale soprattutto se non sui rispettano le norme igieniche ed in particolare il lavaggio delle mani.


I soggetti con infezione da H. Pylori hanno un gastrite, che può interessare l’intero stomaco oppure solo la sua parte , che può peggiorare (gastrite erosiva) ed in alcuni casi  evolvere a  ulcera dello stomaco (gastrica) o del duodeno (duodenale). I sintomi sono rappresentati da dispepsia (ovvero cattiva digestione),bruciore e acidità di stomaco, dolore allo stomaco.


L’infezione non curata comporta l’aumentata produzione di acido che provoca una alterazione delle normali difese della mucosa e quindi il rischio di sviluppare l’ulcera.


Ma tutti i soggetti portatori di gastrite da H.Pylori sviluppano l’ulcera ?


No. Solo una percentuale ridotta ( 20 – 25% ) dei soggetti con gastrite causata da infezione da H. Pylori sviluppa ulcera peptica dello stomaco o del duodeno.


E’ vero che l’infezione da Helicobacter Pylori rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di cancro dello stomaco ??


Le persone con infezione da H.Pylori hanno da 3 a 5 volte più probabilità di sviluppare un cancro dello stomaco. Altre neoplasie associate all’infezione comprendono il linfoma gastrico e il linfoma del tessuto linfoide associato alle mucose(c.d. linfoma MALT)


Come si fa la diagnosi di infezione da H.-Pylori ?


La diagnosi può essere posta sia con test NON invasivi che con test invasivi.


Appartengono alla prima categoria :


·       Test dell'antigene delle feci


·       Test del respiro (breath test) all'urea


·       Test sierologici


I test sierologici ovvero la ricerca di anticorpi anti-Helicobacter Pylori sono sempre meno utilizzati nella pratica quotidiana perché vi è una percentuale di falsi positivi ( ovvero di soggetti positivi al test ma senza l’infezione) troppo elevata che rende l’esame di fatto inaffidabile.


Pertanto , per la diagnosi di infezione, sono preferiti il test del respiro ( 13C Urea Breath Test) e la ricerca dell'antigene fecale.


L'Urea Breath Test consiste nel somministrare una bevanda contenente urea marcata con C13. In un paziente con infezione da H.Pylori, il microrganismo metabolizza l'urea e libera anidride carbonica marcata, che viene eliminata con il respiro e può essere dosata prima e 30 minuti dopo la somministrazione . La differenza nei due campioni di aria espirata permette di diagnosticare la presenza o meno di infezione. Il test è molto affidabile ( sensibilità > 95%) ed oltre che essere impiegato per la diagnosi di infezione è molto utile nella conferma (o meno) della avvenuta eradicazione dell’Helicobacter dopo terapia specifica. E’ importante sottolineare che il test può risultare falsamente negativo in corso di terapia con farmaci antibiotici e/o antisecretori ( omeprazolo e simili). Per questo motivo si raccomanda di eseguire il test a distanza di almeno 2-3 settimane dall’utilizzo di questa classe di farmaci.


Anche la ricerca dell'antigene fecale ( ovvero la ricerca nelle feci di una parte del microbo ) ha una  eccellente sensibilità e specificità simile a quello del test del respiro e pertanto è affidabile.


Per quanto riguarda gli esami invasivi è da menzionare il test rapido all’ureasi (cosiddetto perchè permette la diagnosi di infezione in pochi minuti) eseguito durante l’esecuzione dell’esame endoscopico (gastroscopia) e l’esame istologico eseguito su campioni (biopsie) della mucosa dello stomaco. I test eseguiti per via endoscopica sono molto sensibili e affidabili ma ,a causa dell’invasività dell’esame endoscopico, non sono raccomandati per la sola diagnosi di H. pylori .Trovano applicazione quando , oltre alla ricerca dell’infezione , si vuole indagare sulla presenza di eventuali malattie ( gastrite/ulcera)


Come si cura l’infezione da Hlicobacter Pylori?


Innanzitutto è bene sottolineare che l’eradicazione dell’infezione da H.Pylori comporta una guarigione duratura dell’ulcera e della gastrite. E’ stato dimostrato che meno del 10% dei soggetti che hanno eliminato l’infezione e guarito l’ulcera possono ripresentare una recidiva della malattia negli anni successivi diversamente da quelli che non hanno eradicato il microbo che recidivano in oltre la metà dei casi.


La cura dell’infezione da H. Pylori  è costituita da un inibitore della pompa protonica(c.d farmaco antisecretore) per ridurre la produzione di acido gastrico e da due/tre antibiotici (in alcuni casi particolarmente resistenti anche con  il subsalicilato di bismuto) per eliminare l’infezione. Tutti gli inibitori della pompa protonica( lansoprazolo, omeprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, o esomeprazolo) si sono dimostrati efficaci. Gli antibiotici maggiormente usati sono amoxicillina, claritromicina, metronidazolo e tetraciclina.


Gli schemi della terapia variano sia sulla base di “resistenze” ad alcuni antibiotici ( claritromicina) in alcune regioni e sia che si tratti un trattamento di prima linea o successivi.


La triplice terapia (antisecretore +due antibiotici) è stato il regime più frequentemente prescritto per l'infezione da H. Pylori. La quadruplice terapia (antisecretore + 3 antibiotici o sub-salicilato di bismuto ) è la terapia in caso di resistenza ad un precedente trattamento .


 L’avvenuta eradicazione si verifica con il test del respiro o delle feci ( per valutare l’eradicazione non è indicato ripetere l’endoscopia) a 2-3 settimane dal termine del trattamento.